lunedì 27 maggio 2013

Una torre pendente e considerazioni sul caffè

Ieri io e Tarquinius siamo andati, con Megalo e il cinghialetto Carlegidio, a fare una gita domenicale a Vernazzano, a vedere la Torre Torta (con l'accento grave, mi raccomando), sopra Vernazzano - splendida vista sul Lago Trasimeno, fra l'altro.
Dopo la visita siamo scesi al bar locale a berci un caffè. E lì ho sottoposto al consorte ed ai miei amici una profonda riflessione filosofica.
Chiedi un caffè.
Ti danno la tazzina col piattino e ti dotano di un cucchiaino per girare lo zucchero - se uno ce lo mette. Io ce lo metto, eccome.
Giri lo zucchero con la mano destra.
Pertanto devi sollevare la tazzina con la sinistra.
Giusto?
Allora, perché ti danno sempre la tazzina col manico a destra? che io la devo sempre far ruotare per posizionarlo a sinistra?
Il consorte e gli amici, tuttavia, non sono parsi molto colpiti da questo mio profondo pensamento.

lunedì 20 maggio 2013

Elogio funebre dell'avvocato


Un maggio piovoso e freddo se ne sta andando e il 15, senza aspettare nemmeno venerdì 17, se ne è andato anche l'avvocatone Edoardo.
 
 
Non senza avere prima fatto scomparire tutti i faldoni che gli aveva lasciato l'amico Andreotti...

mercoledì 15 maggio 2013

La complessità sesquipedale


La complessità, si diceva.
Ho parlato del velo islamico per fare un esempio di ragionamento rozzo e semplicistico, ma potrei fare carrettate di altri esempi. Uno potrebbe riguardare il problema dell'immigrazione.
Che noi siamo favorevoli, contrari o sospendiamo il giudizio, è indubbiamente un problema, che oltre tutto i nostri governi, di qualsiasi colore, non hanno mai adeguatamente affrontato.
Tuttavia, la rozzezza e la semplicità di certe posizioni xenofobe mi sconcerta.
Io penso che sarebbe stupendo che ognuno se ne stesse a casa sua, nella sua patria, circondato dalla sua famiglia e dai suoi amici e che vada negli altri Paesi solo per turismo; ma dubito che gli immigrati vengano nel Bel Paese per far dispetto agli italiani, credo che, se si sobbarcano viaggi fortunosi per mare o per terra lasciando la loro casa e la loro famiglia, abbiano gravissimi problemi. Uno che sta benone a casa sua non molla tutto per andare a fare il disgraziato in un altro paese, di cui magari nemmen condivide la lingua e le usanze.
Giusto?
Ciò premesso, penso che l'esperienza d'un immigrato, sia per lui sia per gli italiani, potrebbe essere fonte di arricchimento.
Dico potrebbe: perché è abbastanza evidente che, se un cinese vive anni in Italia frequentando solo cinesi e non imparando una beata mazza dell'italiano e dicendo "Vòi socotolino?" per chiederti se vuoi lo scontrino, l'arricchimento, da ambo le parti, è relativo.
Se un albanese frequenta solo albanesi e non fa altro che bere e tirar bottigliate ai compatrioti o ad altri immigrati per le vie del centro storico, ne facciamo a meno, direi.
Se una donna marocchina vive anni in Italia, segregata in casa dal marito o dai fratelli, uscendo poco e velata sino alle orecchie, parlando solo lingue magrebine, ci arricchiamo tutti pochino.
Ma dico, gli stranieri saranno tutti così?
Credo proprio di no; pensare che tutti gli appartenenti ad una nazionalità si comportino allo stesso modo è cedere a stanchi stereotipi.
E già ai razzisti il concetto di stereotipo resta indigesto.
Se tu dici che è uno stereotipo pensare che tutti gli stranieri siano delinquenti, ti accusano di difenderli. Ti chiamano "buonista", "coccolanegri" e sciapate simili.
Dicono che la sinistra ama l'Islam. Vagli a spiegare che la sinistra non ama affatto l'Islam, che di solito ama già poco le religioni autoctone; vagli a spiegare che l'anti-razzista (ovvero il cosiddetto buonista) difende soltanto il diritto di ogni individuo ad essere giudicato per quello che fa, non per la sua etnia o la sua religione. Vagli a far capire che anche i cosiddetti buonisti detestano i delinquenti o gli spacciatori, solo che non ne fanno questione di nazionalità.
Ti dicono che ami gli immigrati, magari insinuando che ti piacciono "le scimmie africane" per la stratosferica misura del loro pene. Dicono che la sinistra protegge gli immigrati perché sono un serbatoio di voti (e da quando gli immigrati votano? Credo non ci sia allo studio neppure una legge che preveda di farli votare). Dicono che gli italiani sono discriminati nella loro patria; che i Comuni (quali?) danno 2.000 euro mensili agli stranieri mentre gli italiani muoiono di fame; che danno la precedenza agli immigrati nell'assegnazione delle case e dei posti agli asili-nido. Vagli a spiegare che le graduatorie tengono conto del reddito, e non della nazionalità, e che se uno straniero ti passa avanti è perché è più povero di te, non certo perché è nato oltre confine.
Se provi a spiegarglielo non lo capiscono.
Ti dicono che i buonisti difendono gli immigrati a prescindere, acriticamente e qualsiasi nefandezza compiano. Che sono italiani che odiano gli italiani.
I ragionamenti articolati non sono da tutti, evidentemente.
Ma, come dice Tarquinius, fare discorsi rozzi è più semplice: chi te lo fa fare di metterti a fare dei distinguo, di cercar di vedere la situazione da un punto di vista alternativo, semplicemente di capire...

lunedì 13 maggio 2013

Complessità

Ieri pomeriggio è passata da noi la micia rumena Luminitsa Blerinca, reduce da una visita alla Madonna dei Bagni, cui ha dedicato un articolo per il suo sito.
Le ho offerto una tisana, che lei ha sorseggiato senza mettervi nemmanco un granello di zucchero (ricordo che la micia è anoressica) e, mentre beveva, mi ha raccontato di avere avuto uno scontro con una vecchietta che le ha urlato "Brutta zingara, ritornatene da dove sei venuta".
Luminitsa si è chiesta perché la gente sia tanto ignorante, e non tanto per la battuta xenofoba ("Già basterebbe" ha bofonchiato Tarquinius), quanto per il fatto che rumeni e zingari non hanno niente a che fare l'un con l'altro, a parte la cittadinanza rumena, che data dal XV secolo, dopo il crollo dell'impero bizantino. Al di là del fatto che la stessa storia delle popolazioni Rom è complicatissima, i Rumeni stessi detestano gli zingari e dare dello zingaro ad un  rumeno è poco meno di un'offesa sanguinosa. Ma per gli italiani sono tutti uguali, ha concluso sconsolata la micia.
"Per molti italiani sono tutti uguali a prescindere" ho notato io "Rom, rumeni, albanesi, africani e marocchini, sono tutti negri".
Quando Luminitsa se ne è andata, ho ripensato al dialogo e mi sono posta delle domande; non tanto sul perché del razzismo, quanto sull'estrema semplificazione che la gente fa di problemi complessi.
"Si fa prima" mi ha detto Tarquinius "La gente non vuole star lì ad informarsi, a disquisire, a sottilizzare, a distinguere. E' più facile chiapparli tutti e buttarli tutti nello stesso calderone".
Per molta gente, ho notato, è difficile fare dei distinguo. O sei con noi o sei contro di noi. Se tu spieghi che sì, una situazione può essere vista in un modo, ma forse può anche essere vista in un altro modo, presentare risvolti differenti; manco ti capiscono.
Prendi il problema del velo delle donne musulmane.
Varie volte ho litigato con razzistelli da due euro che confondevano i vari tipi di velo islamico: per loro il chador, il burqa o l'hijab erano la stessa cosa. E si scagliavano contro le donne velate dicendo che erano sottomesse all'uomo (oh, che patria di femministi è l'Italia!), che puzzavano, che si velavano per non essere riconosciute ed organizzare attentati e via dicendo. Basta che andiate nella sezione "Immigrazione" di "Yahoo Answers" e ne troverete a iosa, di mentecatti simili.
Al che io mi mettevo a dire la mia con parole, speravo, ragionevoli.
Spiegavo che personalmente sono contraria al chador e al burqa, che in misura differente coprono l'intera persona e impediscono che la donna che li porta sia identificata; spiegavo che è giusto che la legge italiana li vieti, in quanto tutti debbono poter essere riconosciuti.
Aggiungevo che io sono contraria anche all'hijab, un fazzolettone che copre i capelli lasciando scoperto il viso; ma (e qui scatta il ragionamento complesso) che non lo vieterei. Capito? personalmente sono contraria, non mi piace, ma penso che, se è una libera scelta della donna, non vada proibito.
Tuttavia il ragionamento, pare, è troppo complesso. Ma come, mi dicevano, se sei contrdevi essere anche favorevole al divieto di portarlo. O sei contraria e lo vieti o sei favorevole e lo porti.
Hai voglia a spiegare che la realtà non è bianca o nera, ma che ci sono miriadi di sfumature intermedie. Molte persone - sospetto siano la maggioranza - hanno un modo di pensare rozzo e semplicistico.
Il brutto è che poi credono a gente che propone loro soluzioni semplici per problemi complessi.
Ne vogliamo parlare?