sabato 30 marzo 2013

Albero di Pasqua


Vi piace il mio albero di Pasqua?
 
Io non so se l'usanza di fare l'albero di Pasqua sia antica e risalga ad epoche remote o sia una novità degli ultimi anni, magari inventata a tavolino perché la gente acquisti ovetti colorati, pulcinelli, nidi e casette di legno per uccellini e così via.
Comunque, la trovo un'usanza carina, specie se l'albero di Pasqua è fatto con materiale di recupero, come il nostro: un ramo di melo vecchio e contorto trovato nel bosco, gusci d'uovo svuotati e dipinti a mano (da Tarquinius), fiorellini tolti dalle bomboniere e fiocchetti colorati avanzi di pacchi-dono.
L'abbiamo fatto ieri, aiutati da Srikant il pitone e da Barbara e Tolomeo, gli agnellini che Srikant ha sottratto alla sorte ria che impone loro di impersonare l'Agnello di Dio sulle tavole pasquali di tutta Italia.
 
Tuttavia Srikant ci ha fatto un appunto: come ha detto la nostra amica Lyppa (una gatta rossa che a breve sarà presentata sulle pagine di codesto blog), sarebbe bene risparmiare tutti gli animali, sia giovani sia attempati, e non solo gli agnellini...
 
Comunque, in attesa di un pranzo di Pasqua preparato dal pitone (e quindi rigorosamente vegetariano), auguro a tutti una buona Pasqua, ai credenti, agli atei e agli agnostici.
 
 
 
 


martedì 26 marzo 2013

Il silenzio degli agnelli

Di rado io e Tarquinius leggiamo i giornali locali: tendono di solito a dare l'idea che Perugia sia un girone infernale a confronto del quale la Caina e l'Antenora di dantesca memoria sarebbero amene località di villeggiatura.
Stamattina, però, sono andata al mercato a cercare i caccialepri. Non è semplice trovarli, ma stamattina sono stata fortunata e a mezzogiorno rientravo trionfante con un fascio di queste simpatiche erbette avvolte in carta di giornale. Avevo invitato a pranzo Lucy K.K. ed è stata proprio la visoncina color cipria, svolgendo il giornale per mettere a bagno le erbe, a farmi notare l'articolo di fondo del "Gazzettiere dell'Umbria" (ché tale indegno fogliaccio pidiellino mi aveva dato l'erbaiuolo per avvolgere i caccialepri).
"Giallo nel capoluogo perugino: un boa constrictor fa strage di agnelli" E sotto: "Polemica a Palazzo Cesaroni: il consigliere XY del PDL chiede alla governatrice di riferire sui mancati controlli circa gli animali esotici che si aggirano nelle nostre campagne"
 
A parte che mi piacerebbe sapere chi è che tiene agnelli nel capoluogo perugino... leggendo l'articolo, abbiamo appreso che un enorme serpente nero e dorato è entrato ieri sera in un recinto nelle campagne derutesi ed ha avvolto con le sue spire una coppia di agnellini di poche settimane, trascinandoseli via nonostante le urla strazianti della madre. Probabilmente l'animale è stato scaricato da un camion o da un furgone, perché il pastore, accorso nel vano tentativo di salvare gli agnelli, ha sentito, al di fuori della siepe che cingeva il pascolo, il rumore di un motore che si avviava facendo schizzare pietrisco e ghiaia.
"Povere bestie" ho detto io, apparecchiando la tavola.
"Povere bestie in ogni caso" ha ribattuto Lucy K.K. "Se anche non li avesse presi il boa, sarebbero stati macellati per la Santa Pasqua..."
Non ho potuto fare a meno di dichiararmi d'accordo e, mentre attendevo che bollisse l'acqua per la pasta, ho pensato di chiamare Srikant il pitone vegetariano, per sentire se conoscesse qualcuno che in casa teneva un boa constrictor.
Intanto pensavo alla curiosa coincidenza per cui anche Srikant il pitone vanta un manto nero e dorato.
Dopo cinque o sei squilli pensavo quasi che sarebbe scattata la segreteria telefonica, in cui Srikant esortava sibilando a lasciare un messaggio, quando la cornetta è stata alzata e una voce belante ha detto: "Mbèèèè! Casa Kishenbai, chi parla?"
 
Ho messo giù la cornetta e ho detto a Lucy: "Mi sa che qualcuno farà a meno dell'agnello, domenica prossima..."
 
 
 

mercoledì 20 marzo 2013

Il nuovo catechismo

 
Diana, che ha passato la prima parte della sua vita in casa d'un'insegnante di religione, ha pensato che sia cosa buona e giusta mandare Alice a catechismo.
Forse vuole domarne und ingentilirne il carattere irruento e popolaresco - dopo tutto, la piccolina viene da un cassonetto di via Sicilia -, ma di certo le si preparano figure di marmellata e dialoghi tempestosi con i rappresentanti della Curia locale. Il primo giorno di catechismo il parroco, don Michael (nonostante il nome esotico è un furetto di Monte Acutello) ha portato i piccini a visitare la chiesa ed ha mostrato loro il tabernacolo in cui erano contenute le ostie. Non ha fatto in tempo a girarsi che la piccola Alice è salita con un balzo sull'altare, ha agguantato le ostie e se le è mangiate tutte.
L'altro ieri è andata ad un incontro di lettura sui miracoli di Nostro Signore, dove si leggeva la storia del miracolo di Gesù che ridiede l'uso delle gambe ad un povero storpio. Al ritorno, ha riferito che la discussione che ne è seguita - durata due ore e quarantacinque minuti - si è incentrata sul grave problema di cosa pensasse lo storpio miracolato.
Il Bimbo, che era presente ed ha stigmatizzato la vacuità dell'operazione, le ha tuttavia fatto notare che, nel corso dei secoli, fior di Concilii sono stati organizzati per trattare argomenti ben più peregrini, e si è riproposto di scriverne dotti articoli. Sapendo che il Bimbo è ateo ed abbastanza astioso nei confronti di talune manifestazioni del cattolicesimo, Diana ha detto che la sola idea le faceva tremare le vene e i polsi...
 
 

sabato 16 marzo 2013

Dubbio cornuto



Anni fa la mia povera micia Susanna, la fondatrice di questo blog, aveva iniziato una piccola serie di mini-misteri. Oggi voglio contribuire anch'io, con un piccolo e stranissimo episodio che mi capitò parecchi anni fa, quando ero una ragazzina.
 
Sapete che sono albanese e sono venuta in Italia anni fa con i gommoni. Sono nata e vissuta ad Elbasan, e nella mia giovane età spesso andavo al mare con i miei genitori a Saranda, affittando una catapecchia fatiscente che passava per rilassante villetta, vicino ad una baracca di pesce fritto che si fregiava dell'appellativo usurpatissimo di ristorante. Va be', si fa quel che si può. La catapecchia in cui ci stipavamo aveva davanti una striscia di terra che si spacciava per giardinetto ed un rottame che fingeva senza troppa abilità di essere un dondolo, sul quale passavo spesso i pomeriggi a sonnecchiare al sole.
 
Un giorno venne a trovarci una coppia di miei zii, lei sorella di mio padre buonanima, lui suo marito. Uno zio acquisito estremamente affettuoso e cordiale, che invitammo a pranzo nel cosiddetto ristorante e con il quale trascorremmo una mattinata allegra tra canti e risate.
Dopo pranzo, io mi allungai come al solito sul dondolo, ma ad un tratto il sole si oscurò: mi si era parato davanti lo zio, che mi fissò con profondo astio e mi rifilò uno schiaffone.
Saltai su imbufalita e lui cominciò ad urlare che io ero una gran maleducata perché, durante il pranzo, gli avevo fatto le corna da dietro.
Rimasi allibita, soprattutto vedendo, dietro mio zio, i miei genitori che mi fissavano con espressione indecifrabile e non intervenivano, né in mio favore né contro. Provai a negare il fatto, a dire che mai e poi mai mi ero sognata di fare una cosa simile (non l'ho mai fatto nemmeno da piccola quando a scuola si facevano le fotografie, già mi sembrava scemo); ma non ci riuscii perché le lacrime mi strozzarono e non riuscii a fare altro che mettermi a piangere. Lo zio mi voltò le spalle inviperito e se ne andò, tuonando contro la mia pessima condotta.

Mi è capitato varie volte di ripensarci, durante gli anni. Ora lo zio è morto e non posso più chiedergli nulla, ma ogni tanto mi faccio delle domande. Il pranzo era andato tutto liscio, lo zio aveva scherzato con tutti, me compresa, e non mi aveva detto alcunché. Aveva forse avuto un'allucinazione? Che cosa gli era successo quando si era alzato da tavola, era stato posseduto dal demone meridiano?...

lunedì 11 marzo 2013

Gnam Gnam style

Alice mangia come un lupo. Come un'assassina. Come un lotro (infatti la chiamiamo "il lotrino"). Sarà perché è piccina ed in crescita. Sarà che ha patito la fame quando stava sulla strada nel freddo novembrino. Fatto sta che mangia TUTTO. Una sera Diana le ha offerto delle carote lesse e ha mangiato anche quelle.
Ma ieri sera ha trovato un avversario di pari voracità.
Diana aveva invitato a cena Srikant il pitone, Byna e Chanel (le due serpenti falso-corallo) e, in omaggio al loro credo vegetariano aveva deciso di ammannire pasta con broccoli e pomodorini e uno sformato di spinaci e caciotta toscana. Era andata alla Coop ed era stata attirata da una confezione di broccoli mangiatutto.
 
 
 
Nel pomeriggio, prima di mettersi a preparare la cena, era andata in garage a stendere i cuscini delle loro ceste. Alice era rimasta in casa da sola e, come sempre, si era avvicinata al frigo... che però ancora non riesce ad aprire, anche perché dispone di una sola zampetta, la sinistra (la destra era irrimediabilmente rotta quando l'abbiamo trovata tre mesi fa). Era stata attirata da una serie di sordi tonfi che provenivano dall'elettrodomestico e, quando vi si è trovata davanti, ha visto che oscillava furiosamente avanti e indietro, come se una forza smisurata tentasse di uscirne. Ed in effetti in quel momento il portello si è spalancato rivelando uno scenario apocalittico: l'interno del frigo era completamente vuoto ed un enorme broccolo si è scagliato con violenza sulla gattina, con gli occhi rossi iniettati di sangue e tre file di denti acuminati spalancate su una gola abissale, da cui proveniva un ringhio profondo.
Alice però era affamata almeno quanto lui - egli? esso? e gli si è lanciata addosso con un urlo di guerra tentando di azzannarselo, mentre il broccolo tentava di divorarsi lei.
Diana, risalita dal garage, si è trovata di fronte la cucina distrutta ed un vortice grigio-verde che sbatteva qua e là per la stanza, ringhiando, ululando e tentando di mangiarsi a vicenda. Senza por tempo in mezzo ha afferrato una scopa e l'ha calata sulla testa... sul cespo del broccolo, stendendolo senza pietà.
 
La sera, a cena, Srikant, Byna e Chanel hanno apprezzato oltre misura i maccheroni di pomodorini e funghi preparati da Diana come primo piatto.