domenica 16 novembre 2008

La danza rituale del fuoco

Sabato sera abbiamo suonato a San Martino dei Colli, alla Festa dei Falò. Fra le case di pietra del piccolissimo paese enormi bracieri rotondi mandavano lingue di fuoco nella notte. Asiak, Lucy K.K. e il furetto Annibale Bellassai, detto Scubidù, ci hanno raggiunto più tardi: il furetto era stato noleggiato dalla Viscontessa Aureliana Fatta Comeunapigna Del Bosco per il grande Galà dei cento anni del Club du Jardin e prima delle dieci e mezzo non poteva arrivare; le due visoncine non guidano, per cui hanno dovuto aspettarlo a casa. Asiak, mi ha riferito poi il furetto, sembrava non avesse nemmeno voglia d'uscire: mentre Lucy, avvolta in un poncho rosso magenta, scendeva le scale a quattro a quattro per montare sulla DAF inneggiando alla danza rituale del fuoco, Asiak gironzolava per casa spostando le cose senza costrutto, poi si è messa un giubbotto nero oversize ed è uscita ciabattando, con aria infreddolita. Dopo l'esibizione, mentre bevevamo un bicchiere di Moretta, mi ha detto che all'inizio non voleva uscire perché aveva paura. Di che, ho voluto sapere io. Non so, ha detto lei, mi pareva che San Martino dei Colli fosse troppo lontano. Nella macchina del furetto, vedeva la strada di notte scorrere dietro i finestrini, le curve oscure che ogni tanto illuminava un lampione in una piazzola, i grappoli di luci sui monti e aveva paura. Si rendeva conto che era irrazionale a aveva fatto tacere il timore, chiacchierando amabilmente con Scubidù e Lucy K.K. e, quando era arrivata alla festa si era sentita meglio perché c'erano i falò. Li ha anche fotografati con la mia digitale nuova!

Alla festa abbiamo presentato un'altra canzone del nostro nuovo album.
Pulp. Molto pulp. Pure troppo.

Alibi, alibi, alibi, non ce lo hai,
sei nera, nera, nera, e non ce lo hai,
ti sospetto, dov'eri, dov'eri,
mentre veniva ammazzato il morto?

Stavi facendo il ritratto a tua zia?
Mentre veniva ammazzato il morto,
stavi facendo un ritratto a tua zia?

Cosa mai vuoi cucinare?
Cosa mai vuoi cucinare?
Spezzatino con il morto?
Spezzatino con il morto?

Tanto a lui non serve più!
Tanto a lui non serve più!
Come mai sarebbe a dire
tanto a lui non serve più?

Non mi piacciono i tuoi cibi,
non mi piacciono i tuoi vestiti,
se devo dirla proprio tutta,
non mi piace niente di te.

Il ritratto a tua zia?
mentre veniva ammazzato il morto,
stavi facendo un ritratto a tua zia?
Ed ora vuoi cucinarmelo?
Dici che tanto è morto?
Non è detto che, se è morto,
la sua vita sia finita!

Non è detto che, se è morto,
la sua vita sia finita!

Mia nipote Ceridwen, detta Bubbles, si è complimentata con noi perché ha trovato il testo molto delicato ed evocativo. Mentre suonavamo sul palco del minuscolo paese sul colle, si è scolata quattro bottiglie di Guinness insieme a Lucy K.K. (che se ne è scolate sei) e dopo sono salite entrambe sul tetto della chiesa agitando torce accese e cantando melodie celtiche e canadesi. Ibadeth, da sotto, le accompagnava col violino; gli astanti battevano le mani a tempo e cantavano anche loro, peccato che ognuno cantasse una canzone diversa e la serata abbia assunto un che di babelico e infernale...





















2 commenti:

Gaja Cenciarelli ha detto...

Be', Bubbles ha ragione: il testo è di una sensibilità che ha pochi pari (e poi, a giudicare anche dagli altri testi che ho letto, non è che le mandiate a dire, eh! :-DDD e fate bene!)

Susanna ha detto...

Soprattutto, la delicatezza del tema...