lunedì 29 settembre 2008

Arte-terapia fra le visciole


la bimba d'oro
Inserito originariamente da susannucciauccia

Qualche giorno fa Asiak non si è nemmeno alzata dal letto. E’ rimasta tutta la mattina a dormire, mentre sul tavolo della sala giacevano abbandonati i disegni che aveva fatto la sera prima. Lucy K.K. e il furetto Annibale Bellassai detto Scubidù li stavano sfogliando e tentavano di trarne auspici, neanche fossero aruspici etruschi dediti allo studio delle viscere degli uccelli. Lucy K.K. sosteneva che era palese un miglioramento, il furetto cominciava ad essere un po’ incerto sulla bontà del suggerimento – peraltro da lui stesso avanzato. Li abbiamo trovati chini sulle incomprensibili opere della triste visoncina Maria Grata Li Greci ed io, che ci eravamo recate a casa di Tarquinius e Ibadeth per due motivi diversi: io perché dovevo andare con Ibadeth a comperare delle stoffe, Maria Grata perché portava a Ibadeth un’enorme teglia di caponata di melanzane, una specialità siciliana cucinata dalle sue candide manine.
Maria Grata ha sistemato la teglia in frigo e si è unita agli estimatori delle opere di Asiak… ipotizzando però che si trattasse di studi per colorare delle stoffe, dato che Asiak è sarta. Avendo saputo che la visoncina si trovava a letto depressa, ha preso in mano la situazione ed ha telefonato ad una sua collega psichiatra, una gatta rossa di nome Angelica Pasqui-Copanello, che ha accettato di prendere Asiak in terapia a partire dalla settimana seguente. Io allora ho proposto loro di venire con me il giorno dopo a trovare
Tonina Landriscina, la mia amica scultrice che vive nel Montefeltro, dove possiede un atelier e un frutteto in cui coltiva visciole.

E così abbiamo fatto. Partiti la mattina alle nove, stipati nel break e diretti verso le colline del Montefeltro. Eravamo io, Asiak e Lucy K.K., Scubidù, Ibadeth, il lupo giornalista Flavio Aufidio Crispino, il quale contava di fare un bel servizio per la RAI sull’atelier della gatta Tonina, e Arturo il ragioniere. Maria Grata non era potuta venire (è anestesista alla USL e il suo lavoro è un po’ delicato); Tarquinius doveva consegnare un guardaroba d’ebano presso una villa sull’Amiata ed era partito già dalle cinque del mattino.
Tonina ci ha accolto calorosamente nella sua nuova casa in mezzo alle colline (vi si è trasferita da poche settimane). Ci ha mostrato l’atelier e la casa… che non era da meno. Come atelier, intendo. Aveva scolpito e dipinto lei il focolare, le piastrelle dei bagni, gli interruttori della luce, decorato i muri dei corridoi con mattonelle di maiolica riproducenti motivi rinascimentali, sparso per le scale roselline di ceramica color rame lucido ed esposto qua e là le sue sculture, strategicamente illuminate da faretti. Le sculture che lei diceva venute male – me ne sarei accontentata così bene, io… – le aveva sparse nell’orto, nel giardino e financo nel frutteto. Coppe a lustro troneggiavano sulla tavola fratina e sugli scaffali.
Flavio Aufidio Crispino l’ha intervistata ed ha scattato una marea di foto dell’atelier e della casa. Dopo di che ci siamo messi a tavola e abbiamo mangiato come lotri (un giorno o l’altro dovrò scoprire cosa sia esattamente un lotro); quindi Tonina ha mostrato ad una Asiak sbalordita le sue sculture raffiguranti donne o bambine e ne ha illustrato la tecnica a lei a e al furetto, che prendeva diligentemente appunti. Io temo grandemente che nei prossimi giorni la casa di Ibadeth si trasformerà nel distaccamento di una miniera di marmo delle Alpi Apuane… ma la mia amica ramarra non pareva turbata a quella prospettiva. Del resto, dopo l’energico repulisti che abbiamo fatto a casa sua per consentire a Lucy K.K. di dedicarsi all’erboristeria, Ibadeth pareva alquanto disorientata in quell’ordine innaturale…
Quando abbiamo preso congedo, Lucy ha scritto una breve riflessione sopra una foglia appassita di ficus beniamina (che Tonina ha immerso in un catino di vernice trasparente) :


China ebano su petali di magnolia e occhi fondi
mani-farfalle viola e gialle
che seminano decori e grappoli di fiori
La terra ti chiama e brama le tue cornici platino e verde ramina
senza parole scritte che ti lasciano sbigottita.

Se avessi conquistato anche la parola
avresti imparato ad amare,
erica sparsa
nell'argilla bianca

5 commenti:

Gaja Cenciarelli ha detto...

Mi sento tanto Ibadeth che si sente sconvolta dall'ordine: io non troverei più nemmeno un'unghia. Però la poesia ne è valsa la pena!

Ma cosa dicono Edoardo, Martino e Charlie in proposito? Sono curiosa. E Asiak come sta?

Susanna ha detto...

Charlie ha detto.
"Ahòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò!!!!!!"

lucy ha detto...

me fate magnà come no iotro e pure la grappa di visciole e la marmellata di visciole e le visciole sotto spirito, per forza mi vengono queste poesie un po' surreali e un po' da surrenali, nel senso dell'adrenalina.

Gaja Cenciarelli ha detto...

non so perché, ma lo sospettavo!!!
:-DDDD

Margot invece, quando le ho detto che sta per conoscere Asiak, ha aggiunto che le piacerebbe rivedere anche Megalo.
È molto contenta di fare una gita, sono giorni che me lo sta urlando!!!

Anonimo ha detto...

A Lucy: W le visciole! (tutta colpa del DoccheNocche, che ci ha iniziati all'uso e all'abuso delle suddette...)
A Gaja: vi aspettiamo! E Charlie ha aggiunto: "Agauuuu!"