martedì 1 luglio 2008

Margot, i Gaturni e i Ruscinates


margot di gaia
Inserito originariamente da susannucciauccia



Domenica sono andata con mia sorella Megalo, Maysa la lince e suo marito, il pondenco ibicenco Ramon Llull Costa i Llobera, a fare un giro del Lago e, fra le due Torri di Beccati Questo e Beccati Quest’Altro (non me le sono inventate, esistono, giuromorissi!), abbiamo trovato una monetina che aveva l'aria di esser lì da un bel po' di tempo. Io dicevo che era etrusca e che vi era effigiato il Lumacone (“Lucumone, che Lumacone!” mi ha redarguito Megalo); Maysa diceva che era romana, di età imperiale; Megalo che era dell’Ottocento e che vi era raffigurato Vittorio Emanuele III con la corona (“Sì, del re dei Becchi” l’ha sbeffeggiata Maysa); secondo Ramon Llull era cinese (figuriamoci, marziana, fra un po’) e vi era effigiato un dignitario del Celeste Impero. Essendo discordanti le scuole di pensiero - e anche poco rispettose delle diverse posizioni - abbiamo deciso di sottoporre la questione a mia cugina Margot (di cui abbiamo una diapositiva). Detto fatto, siamo saliti sull’auto di Megalo e siamo andati a Roma.
Mia cugina Margot (che vive con zia Gaja) è un’archeologa e dirige un piccolo museo nei pressi della Tuscolana (in una viuzza secondaria, a fondo chiuso, zeppa di alberi di fico, tra una kebaberia e un Internet Point). Il Museo è dedicato alle culture pre-romane, in special modo alle antiche civiltà pontine, che erano stanziate nella provincia di Latina, dove una volta si trovavano le Paludi Pontine, bonificate dal fascismo.
Quando siamo arrivati, Margot era lì e stava spolverando uno stylabex (sorta di olletta bi-ansata fatta di polvere d’opale e turchese, tipica della civiltà dei Ruscinates). Anni fa ha condotto una spedizione in territorio pontino ed ha rinvenuto una necropoli dei Ruscinates e un santuario dei Gaturni, dedicato al culto di Bastet (sempre sia lodata), di chiara derivazione egizia (risalente forse al così detto “periodo orientalizzante”, VIII secolo a. C.). Mi ha raccontato che ha trovato tracce di un abitato peri-lacustre, un vicus (= villaggio di modesta entità), risalente all'età del Rame (3.000 a.C., più o meno).
Le abbiamo mostrato la moneta e ha riso, al sentire le nostre illazioni sulla sua provenienza, ma ha confermato quanto detto da Maysa (che se n’è vantata per tre giorni): si trattava di una monetina di rame di età imperiale, risalente al III secolo d.C. e raffigurante l’imperatore Gallieno. Altro che Lumacone, Vittorio Emanuele, mandarini cinesi e pompelmi israeliani… Ci ha quindi mostrato l’ultima acquisizione: una kathissa, recipiente largo, basso e ondulato, in cui si mettevano – forse – le offerte dedicate a Bastet (sempre sia lodata). Le ondulazioni avevano probabilmente lo scopo di tenere separate le varie salse di cui si componeva il piatto votivo, che erano di colori differenti e dovevano richiamare con il loro disegno un qualche culto isiaco.
Mentre Margot ci mostrava i vari reperti, non ho potuto fare a meno di congratularmi con me stessa per non aver portato anche la Bimba…

2 commenti:

Gaja Cenciarelli ha detto...

Sempre sia lodata Bastet!
Ecco come mai ogni tanto quella furba della tua cuginetta esce di nascosto e torna tutta impolverata! Ho sempre sospettato che si connettesse a internet quando io le voltavo le spalle. Voglio dire: può anche farlo, basta che contiribuisca alle spese! In fondo è una libera professionista!
Comunque, anche Moby Dick era archeologo: secondo me è lui che le ha lasciato il posto. Si conoscevano!
Tu che ne pensi, Susannuccia?
=^..^=

Susanna ha detto...

Certo! E' prevista la seconda puntata, dedicata alla storia dei Gaturni e dei Ruscinates... e delle mirabolanti scoperte di Moby Dick e Margot!