sabato 3 maggio 2008

Gli incubi di Morgana


Susanna che studia
Inserito originariamente da susannucciauccia

Claustrofobia?

Vivo in una città arroccata su di un colle. Nel centro della città c'è una metropolitana: in una viuzza laterale c'è una scalinata racchiusa dai palazzi e, in fondo, all'imbocco della metropolitana, c'è una ringhiera che impedisce l'accesso ai treni. Dalle parti ci sono altissimi palazzi arancioni inizi Novecento. Io chiedo per quale motivo non vi aprono una stazione cosicché possa usufruirne la gente del posto, invece che mandarli a prendere il treno in periferia, e mi viene spiegato che ci sono ragioni politiche: vogliono solo far vedere che c'è la metropolitana anche lì, ma non vogliono che la gente ci salga, tant'è vero che da dietro la ringhiera si vedono sfrecciare i treni. All'inizio della scalinata, a sinistra, c'è un'imboccatura che dà su un giardino alberato in una piazzetta; nel giardino c'è un gazebo e io faccio notare che lì potrebbero starci benissimo la biglietteria e il distributore di merende. Più in su, prima del giardino, c'è una porta tutta rovinata: è della signora X, la mia vicina di casa. Io la lucido. Poco dopo scopro che una sorta di stazione c'è: il passaggio a metà scalinata dà su una piazzetta dove sta un'edicola di giornali. Io mi avvio verso l'edicola, un signore prende dei giornali, va verso i treni e se ne perde uno; io non so se l'ha fatto apposta, ma, esortata dall'edicolante, lo raccolgo, inseguo l'uomo e glielo do, con il risultato di fargli cadere anche gli altri. Qualcuno (?) mi dice che è morto Alfredino Rampi, che non era morto a Vermicino vent'anni fa, ma che la dottoressa l'aveva visto in faccia e aveva colto i segni della schizofrenia, e che in realtà è morto a trent'anni. Io salgo la scalinata e mi faccio molte domande.

Morgana Malimpensa è un'affezionata lettrice del blog, a quanto pare; oppure è solo una signora proclive a cibarsi, la sera, di cibi speziati e di laboriosa digestione... Ciò che risulta evidente da questo sogno è la sensazione di claustrofobia: le viuzze strette, la scalinata circondata da palazzi altissimi, la metropolitana cui non si può accedere, il ricordo di Alfredino (quel povero bimbo che morì, nel 1981, in un pozzo artesiano della campagna romana)... e, soprattutto, la menzione di cose che dovrebbero esserci e non ci sono: la stazione (del resto i treni sfrecciano!), la biglietteria, il distributore di merende. E' come se ci fosse qualcosa dentro, ma a cui non si può accedere...

Cosa?

E dentro dove?

Ma forse, dopo tutto, invece si può accedere: da una parte nascosta, da una parte laterale, da una parte da cui, di solito, non si accede... Poco dopo scopro però che una sorta di stazione c'è, ed è a metà della scalinata... C'è un'entrata, quindi, ma non serve quasi a nessuno. Perché ho la sensazione che si tratti dell'organo sessuale femminile? Sono forse assatanata?

Non credo. Ho il sospetto che Morgana abbia dei problemi per quanto riguarda il sesso: l'apparato riproduttivo c'è, ma non serve... Nessuno ne usufruisce perché non c'è l'accesso... o, per lo meno, è di difficilissimo rinvenimento. Del resto, dopo, appare una porta tutta rovinata, che Morgana lucida. La nostra amica è evidentemente desolata di questa impenetrabilità e cerca, vanamente, di porvi rimedio. Più giù, c'è un signore che tenta di entrare nella stazione (ahia), ma si perde i giornali per strada, lei lo insegue per restituirglieli e, come risultato, gli cadono anche gli altri.

Cerca di aiutarlo ad entrare o cerca di impedirglielo? Mah. D'altronde, se qualcuno tenta di entrare sottoterra, muore, come Alfredino Rampi nel pozzo artesiano; Alfredino che non è morto vent'anni fa, ma da poco, e la cui dottoressa lo aveva classificato pazzo...

Non oggi, che non ho voglia, ma un giorno o l'altro avrò parecchio da dire sulla rigida educazione sessuofoba che s'impartisce ancora oggi alle bambine... o sulla mancanza della medesima, come vorrebbero certi (soprattutto cattolici).

L'insopportabile innocenza, la chiamano.

Sì, la fava.


Nessun commento: